Ubbidienza

 

Dall'Evangelo come mi è stato rivelato

  • Che è l’ubbidienza al comando di Dio? E’ bene, perché Dio non comanda che il bene. Che è la disubbidienza? E’ male, perché mette l’animo nelle disposizioni di ribellione su cui Satana può operare. 17.12

  • L’amore è ubbidienza, chi non ubbidisce è un ribelle, chi è ribelle non ama colui al quale si ribella. 261.1

  • "Pace agli uomini di buona volontà.” Pace, ossia riuscita, ossia vittoria in terra e in Cielo, perché Dio è con chi ha buona volontà d'ubbidirlo. Dio non guarda tanto le opere altisonanti che l’uomo fa di sua iniziativa, quanto l’umile ubbidienza, pronta, fedele, alle opere che Egli propone. 394.2

  • L’ubbidienza vale più dei sacrifici, il dar retta più che l’offrire il grasso dei montoni; perché la ribellione è come un reato di magia, il non voler assoggettarsi è come il delitto di idolatria. 394.2

  • La inabitazione di Dio negli uomini e degli uomini in Dio, si fa con l’ubbidienza alla sua Legge, che s'inizia con un comando d’amore e che è tutta amore dal primo all’ultimo precetto del Decalogo. Questa è la vera casa che Dio vuole, in cui Dio abita, e il premio del Cielo, avuto per l’ubbidienza alla Legge, è la vera Casa in cui voi abiterete con Dio, in eterno. 397.1

  • Ubbidire sempre anche se è un’ubbidienza che ci può parere inferiore al lavoro che sospendiamo per essa. 403.1

  • Nell'ubbidianza è santità quando l'ubbidire non infirma la la grande Legge. 437.2

  • La mamma va ubbidita e amata perché tutto quello che fa, lo fa per nostro bene. Anche il buon Dio, come e molto più della mamma, - perché la mamma è il più grande amore della terra, ma Dio è il più grande ed eterno amore della Terra e del Cielo – va ubbidito e amato perché tutto quello che fa, lo fa per nostro bene. 445.12

  • Dio ama gli ubbidienti ed i puri di spirito e benedice quelli che mettono in ogni loro azione la buona volontà d'amare Dio ed i fratelli e di lavorare a sua gloria e a loro utilità. 448.9

  • Abramo ubbidì andando nel paese che Dio gli indicò, figura dell’uomo che deve essere pronto a lasciare tutto per andare dove Dio lo manda. (…)
    Abramo credette ed ubbidì a Dio anche nelle cose più difficili  a credersi e penose a compiersi. 507.8

  • Al principio del dolore sta una disubbidienza e allora non è anche necessariamente logico che a ristabilire l’Ordine che è sempre Gioia, non debba essere un’ubbidienza perfetta? Ubbidire è difficile, specie se in materia grave. 515.3

  • L’ubbidienza è dolore ed è gloria. L’ubbidienza come lo spirito non muore mai. In verità vi dico che i veri ubbidienti diverranno dei ma dopo una lotta continua contro se stessi, il mondo, Satana.    
    L’ubbidienza è luce. Più si è ubbidienti e più si è luminosi e si vede.
    L’ubbidienza è pazienza e più si è ubbidienti più si sopportano le cose e le persone.
    L’ubbidienza è umiltà e più si è ubbidienti più si è umili col prossimo nostro.
    L’ubbidienza è carità perché è un atto d’amore e più si è ubbidienti più gli atti sono numerosi e perfetti.L’ubbidienza è eroicità. E l’eroe dello spirito è il santo, il cittadino dei Cieli, l’uomo divinizzato. Se la carità è la virtù in cui si ritrova Dio Uno e Trino, l’ubbidienza è la virtù in cui si trova Me, il Maestro vostro. Fate che il mondo vi conosca miei discepoli per un’ubbidienza assoluta a tutto quanto è santo. 515.3

  • Ubbidire salva sempre da almeno un peccato: quello di presumere di essere capaci di fare da sè. 536.7


    Dai Quaderni

  • “ L’obbedienza val più dei sacrifici “ ( I Re, cap.15 )
    L’obbedienza. La virtù che non volete praticare. Nascete e, appena potete manifestare un sentimento, è sentimento di ribellione all'obbedienza. Vivete essendo disubbidienti. Morite ancora disubbidienti. Il Battesimo cancella il peccato d’origine, ma non annulla la tossina che vi lascia il peccato.
    E’ più facile ancora compiere un sacrificio, fare un’offerta, praticare un’opera di misericordia, che non essere obbedienti costantemente al volere di Dio.
    Obbedire è fare la volontà di Dio. Quella volontà che vi ho insegnato a chiedere che si compia col Pater noster e che vi ho insegnato a praticare con la parola e con l’esempio, condotto sino alla morte. (…)
    Riflettete, o figli, che per ridare a voi la  grazia perduta due Purissimi, due Innocentissimi, due Buonissimi, dovettero consumare l’Obbedienza somma. (…)
    Noi che non peccammo, abbiamo redento il vostro peccato obbedendo. E non vorreste voi, poveri figli, imitare il vostro maestro e ottenere misericordia con obbedienza che è prova d’amore e di fede? Non obbedire e non volersi assoggettare è come un peccato di idolatria, dice sempre il libro. Infatti che fate non assoggettandovi? Respingete Dio respingendo la sua  volontà. 29.8.43

  • L’ubbidienza ha più valore della parola, anche se è parola scritta sotto mia dettatura. Perché la parola la udite e scrivete, ma non è vostra; la ripetete, ma non è vostra. L’ubbidienza invece è vostra.  (…)
    Sappiate che l’ubbidienza è stata  la virtù del Verbo, destinato a esser Uomo e divenire Redentore. L’amore, la potenza, la perfezione, la sapienza, sono comuni alle Tre Nostre Persone. Ma l’ubbidienza è mia, esclusivamente mia. Ho ubbidito nell’incarnarmi, nel farmi povero, nello stare sottomesso agli uomini, nel compiere la mia missione di evangelizzatore, nel morire.
    Perciò quando ubbidite, sia agli uomini nelle relative ubbidienze, sia a Dio nelle grandi ubbidienze che implicano rinunce e sacrifici di sangue e accettazioni di morte atroce, siete simile a Me che fui ubbidiente fino alla morte, che fui l’Ubbidiente per eccellenza, l’Ubbidientissimo divino.
    Seconda a Me nell’ubbidienza fu la dolce Madre che ubbidì sempre, e col suo amoroso sorriso, ai voleri dell’Altissimo.
    Terzo fu il casto mio padre della terra, che della sua forza virile fece dei ricami di ubbidienza, piegò anzi la sua forza virile e il suo senno di giusto come filo di seta per inchinarli ai voleri di Dio. Perciò chi ubbidisce, ubbidisce ai tre più ubbidienti del mondo e li avrà amici qui e oltre, nel Cielo. 3.11.43

  • Per mondarvi dal più grande peccato ho ubbidito al desiderio del Padre. Il più grande peccato era disubbidienza al comando di Dio. Da essa era venuta sete di potere, superbia e concupiscenza. Le tre furie che vi tengono sempre in loro potere quando non le sapete annichilire con una vita vissuta in Dio. Io ho riparato con la mia ubbidienza alla disubbidienza iniziale. 3.12.43

  • L’obbedienza al comando di Dio, quale che sia questo comando, è il segno del servo di Dio. Le esigenze divine sono infinite e tutte giustificate da in fine d’amore. A questo imporrò di tacere, a quello di parlare, a costui di isolarsi, a quest’altro di farsi capo di anime. A quello darò vista soprannaturale. Ebbene: facciano i miei servi secondo il mio volere e mi saranno uguali nel merito.
    Io non forzo in maniera che voi non possiate negarmi di ubbidire. (…) Ma quanto più essi sono “ miei “ e tanto più per essi facile e cara è l’ubbidienza. (…)
    Seguaci benedetti del Figlio mio, essi copiano il loro Maestro la cui obbedienza fu infinita perché divina (…) 16.12.43

  • Dirigere è doppio onere che essere diretti. I superiori sono sempre ispirati da Dio e quando assegnano un compito vanno ubbiditi con prontezza e senza mormorare. Tutti hanno questo dovere e specialmente lo avete verso Dio, Superiore eccelso il quale nella sua provvidenza predispone le missioni e le mutazioni nelle missioni. 23.12.43

  • L’uomo s’era perduto per aver disubbidito al desiderio di Dio. Io, l’Uomo, vi ho dovuto salvare ubbidendo al desiderio di Dio. (…)
    Io, Figlio di Dio fatto Uomo, raggiunsi la perfezione con l’ubbidienza e potei essere Redentore per questa. Io, Figlio di Dio raggiunsi la perfezione con l’ubbidienza. Io redensi con l’ubbidienza. (…) L’ubbidienza non è fatta unicamente di grandi ore in cui ubbidire è morire come Io ho fatto, in cui ubbidire è strapparsi da una Madre come Io ho fatto, in cui ubbidire è rinunciare alla propria dimora come Io ho fatto lasciando il Cielo per voi. L’ubbidienza è fatta anche di minuscole cose d'ogni ora, compiute senza brontolii, man mano che vi si presentano. 16.3.44

  • Dio premia la buona volontà d'ubbidienza la quale è già sacrificio. Sacrificio del cuore e della mente prova di fedeltà a Dio. (vedi Abramo; Dt 32) 23.5.44

  • L’ubbidienza è santa, ma non deve essere mai priva d'intelligenza. Non solo, ma si deve chiedere  all’Intelligenza di illuminare l’intelligenza del singolo, di guidarla.  15.12.44

  • L’ubbidienza pronta, l’aderenza gioconda al disegno di Dio sono il segno della formazione spirituale d'un cuore. Gesù Cristo fu il perfetto in questa formazione. Lo era come Dio. Lo fu come uomo. 12.4.45


    Dal Libro di Azaria

  • Più la creatura si fa ubbidienza e carità, e più lo spirito si evolve verso ciò che sarà la sua vita nel Paradiso in attesa della risurrezione dei corpi. Cadono le pesantezze e le limitazioni a ogni ubbidienza perfetta e pronta, e si sfaldano, come corrose dalla fiamma della carità – perché l’ubbidienza è carità – le scaglie che ancora limitano le potenze spirituali nel loro vedere, e l’anima si accosta, con giubilo grande, alla conoscenza della vita dei Cieli, di ciò che è lassù …. adorazione, beatitudine, pace, giubilo di luce. 
    Un'ubbidienza perfetta vale più di mille preghiere.
    Ciò che fa grani gli angeli è la loro pronta ubbidienza.
    Az. 24.3.46

  • L’ubbidienza è vista e benedetta da Dio come la più grande delle opere meritorie dell’uomo. Az. 12.5.46

  • L’ubbidienza ha per conseguenza una vita senza macchia volontaria e un procedere secondo la legge del Signore e il suo volere. Dio SS. non può volere che il bene dei suoi figli, perciò chi ubbidisce al suo volere fa il bene per quanto le sue capacità comportano  e Dio è contento di quel tanto, perché è tutto quanto gli può dare la creatura.
    Ha anche un altro frutto l’ubbidienza: quello di unire strettamente a Dio. (…)
    L’ubbidienza, unendo strettamente a Dio, fondendo quasi a Dio, per l’uniformità del volere – Dio vuole il bene d'una creatura , la stessa vuole il bene che Dio vuole da lei – fa sì che Dio scenda col suo amore ad abitare in chi lo ama: l’ubbidienza è amore. E allora, poiché il più forte sempre predomina – e qui il più forte è Dio – avviene anche che chi opera è Dio, possessore assoluto dello spirito fedele e la creatura non fa più azioni proprie, ma azioni divine, tanto è persa e dominata dal Divino e nel Divino, e azioni divine non possono che essere che azioni sante, scevre da contagi diabolici.  Az 6.10.46

  • L'Ubbidienza, questa grande virtù che, dopo le tre virtù teologali, andrebbe amata e seguita alla perfezione e che all’opposto passa quasi inosservata, o osservata male e amata meno ancora. Eppure essa è uno dei cardini dell’Increato e del Creato, ed è indispensabile cardine per sorreggere l’edificio della santità. Contempliamola:
    Ubbidienza nell’Increato: Il Verbo ubbidisce al desiderio del Padre. Sempre. Non si rifiuta mai d'essere Colui per la cui Parola i voleri del Padre si fanno. Del Verbo Divino si sanno le perfette ubbidienze. “Dio disse: “Sia fatta la luce”. Ed ecco che subito il Verbo espresse il comando che il Padre aveva pensato, e la luce fu”. (…)
    Il Verbo ha sempre ubbidito. Il Padre gli disse: “Tu sarai Uomo perché Tu solo  puoi istruire l’Umanità”. Il Verbo disse: “Sarò Uomo, La Tua Volontà sia fatta“.
    Il Padre disse: “Tu morrai perché solo il tuo Sacrificio potrà redimere l’Umanità“. Il Verbo disse: Io morrò. La Tua volontà sia fatta”. Il Padre disse: “E morrai sulla Croce perché per redimere il mondo non m'è sufficiente il sacrificio della tua vita fra i dolori della morte per malattia”. Il Verbo disse: “E morirò sulla Croce. La  tua volontà sia fatta”.
    Passarono i secoli, e il Verbo, venuta la sua ora, s'incarnò nel seno della Vergine e nacque come tutti i nati d’uomo; piccino, debole,  incapace di parlare e di camminare; e crebbe lentamente come tutti i figli degli uomini, ubbidendo anche in questo al Padre che lo voleva soggetto alle leggi comuni. (…)
    Crebbe in sapienza e grazia, ubbidendo. Si fece uomo e operaio, ubbidendo. A Dio Padre e ai parenti. Giunto al 30° anno divenne il Maestro per istruire l’umanità, ubbidendo. Passarono   tre anni e tre mesi e giunta l’ora del morire e di morte di Croce, ubbidì ripetendo: “La tua Volontà sia fatta”. (…)  Questa l’ubbidienza nell’Increato.
    Nel Creato. Gli elementi che erano confusi nel caos, ubbidirono ordinandosi. (…)
    Ubbidienza nel Creato: Dio dopo aver fatto il cielo, ossia gli strati dell’atmosfera, li sparse d’astri comandando loro di seguire una certa via immutabile, e gli astri ubbidirono.
    Dio dopo aver fatto la Terra, (…) creò le piante e gli animali della Terra e delle acque, e comandò loro di fruttificare e moltiplicare, e animali e piante, ubbidirono.
    Poi venne l’uomo, la creatura-re del creato, e Dio diede  all’uomo comando d'ubbidienza.
    L’ubbidienza dell’uomo avrebbe mantenuto la Terra allo stato d'un Paradiso terrestre nel quale  morte, fame, guerre, sventure, malattie, fatiche, sarebbero state ignorate; un giocondo soggiorno di pace e amore nell’amicizia di Dio sarebbe stata la vita dell’uomo sino al suo passaggio alla Dimora celeste. (…)  Ma l’uomo secondò il desiderio di Lucifero e disubbidì, portando a sé e ai suoi discendenti tutte le conseguenze della disubbidienza che non è mai buona e che crea sempre delle rovine. Az. 5.1.47

  • L’ubbidienza, che sembra inferiore alle tre teologali virtù, soltanto perché non è nominata neppure nelle quattro virtù cardinali, è in realtà presente in tutte, inscindibile da tutte le virtù. Essa è come il sostegno su cui esse si appoggiano per crescere in voi.
    Medita. Come potete avere la Fede? Ubbidendo a Dio che vi dice e propone di credere nelle sue verità e misteri, e ubbidendo a ciò che vi dice la santa Chiesa: Voce delle voci di Dio. Come potete avere la Speranza? Anche qui ubbidendo a Dio il quale v'infonde questa virtù dicendovi che dovete sperare in Lui che vi darà gli aiuti e le misericordie sue per giungere alla Vita eterna e al suo possesso.
    Come potete avere la Carità? Ubbidendo al precetto dell’amore verso Dio e verso il prossimo.
    Come potete avere la Prudenza? Stando ubbidienti ai precetti di Dio e ai suoi consigli che hanno lo scopo d'indirizzare ogni azione dell’uomo al suo giusto fine.                
    E come la Giustizia? Ubbidendo alla Legge della morale soprannaturale la quale v'insegna a non fare agli altri ciò che non si vorrebbe fatto a se stessi.
    E come la Fortezza? Ubbidendo eroicamente a Dio che sapete più grande di tutte le cose create, e per il Quale dovete essere disposti a tutto patire per conservarvi fedeli a Lui e possederlo per l’eternità; ubbidendo eroicamente con la sua promessa nel cuore: “Io sarò con voi nelle ore delle prove“. (…)
    E come potete avere la Temperanza?  Ancora con l’ubbidienza ai divieti santi di Dio e ai limiti messi a vostra salvezza per usare senza pericolo delle cose temporali.
    Voi vedete che l’Ubbidienza, virtù taciuta, è in tutte le virtù. In tutte. Az. 5.1.47

  • Chi sa ubbidire regnerà. Perché se la Carità è Dio, l’ubbidienza è segno di figliolanza da Dio. Az.5.1.47

  • La lima sorda dell'ubbidienza amorosa è martirio non inferiore a quello delle flagellazioni. 2.2.47

    Da Lezioni sull'epistola di Paolo ai Romani

  • L’ubbidienza è amore e rispetto ed è misura di amore e rispetto. Tanto più si ama e si venera una persona, tanto più la si ubbidisce. 136-Rom. 28.5.48

  • Le discussioni presuppongono un autogiudizio e una critica all’ordine o all’azione altrui. 136-Rm - 28.5.48
  • Il Cristo ubbidiente dalla nascita alla morte, il Cristo che dice "Sì" al primo vagito e dice "Sì" con l'estrema parola del Golgota, il Verbo del "Sì" eterno al Padre suo.
  • Rm. 151 - 28.5.48